“Ho visto un cane che mi piace ma è in un’altra regione”.
“Voglio adottare un cane o un gatto dal sud per aiutarlo”.
“Mi ha colpito questo cagnolino o gattino che girava su facebook ma non so se prenderlo con me”.
Queste sono solo le più gettonate fra le domande che spesso si pone chi vuole adottare un animale.
Come associazione non di rado veniamo contattati da persone che leggono i nostri annunci troppo frettolosamente e scambiano “Campania” per “campagna” e solo in un secondo momento, quando apprendono del disguido, si chiedono, “Sono così lontani, potrò fidarmi?”,”Ho paura di essere imbrogliato, che mi spillino dei soldi o che mi mandino un animale diverso da quello chiesto, oppure malato, o con un’età diversa etc.”
Queste perplessità sono più che giuste, chi non avrebbe gli stessi dubbi?
Per questo abbiamo pensato di scrivere una guida sperando che possa servire a dissipare almeno una parte di queste incertezze.
Innanzitutto bisogna capire se il cane, o gatto, proviene da un’associazione o da un privato. Se adottate da un privato sicuramente sarà più difficile raccogliere informazioni in merito all’adozione che state per fare e potreste avere meno garanzie. Questo non vuol dire che non sia comunque un’ottima scelta, ma dovrete più che altro affidarvi al vostro istinto.
Se, invece, adottate da un’associazione sappiate subito che ci sono degli step da affrontare, per la sicurezza vostra, del cagnolino e/o del gattino richiesto e anche dell’associazione che in quanto tale ha necessità di tutelare tutti gli individui e gli animali coinvolti.
Come scegliere l’associazione giusta?
Come stabiliamo se un’associazione è seria e possiamo fidarci?
La prima cosa importante è il contatto telefonico. Va bene introdursi tramite un’email, o la compilazione di un questionario, ma quello che ci da un’idea più completa delle persone che ci ritroviamo dall’altro capo del telefono, è proprio un’esaustiva conversazione. Ascoltare il modo in cui l’altra persona si pone nei nostri confronti, la chiarezza nello spiegarci “la burocrazia” di un’adozione, il rassicurarci in merito al carattere o allo stato di salute dell’animale che vogliamo adottare, sono tutte cose che ci danno un’idea sulle persone di cui ci stiamo fidando e ci mettono sicurezza. Ricordiamo che il primo step per un’adozione consiste nella compilazione di un questionario contenente domande personali, la cui compilazione è INDISPENSABILE per portare a termine il processo di adozione, ed è quindi importante instaurare un rapporto di fiducia.
Un’altra cosa molto importante è il seguito dell’associazione. Hanno una pagina facebook o su altri social? Ci sono delle recensioni? Quante ne hanno e cosa dicono? Può sembrare una cosa di poco conto ma molte pagine che hanno recensioni negative o continue lamentele, soprattutto su facebook, disabilitano la possibilità di far si che i propri utenti possano visualizzare o fare delle recensioni. Questo ci da un feedback molto chiaro. Tutti hanno dei detrattori, è matematicamente impossibile che non ce ne siano, ma se l’associazione è seria e lavora con amore, riuscirà a fronteggiare e a rispondere alle critiche a testa alta, anche se non sono costruttive, che sui social sono la maggior parte. Ricordate comunque che generalmente è più facile che lasci una recensione chi deve lasciare un reclamo o una lamentela, rispetto a chi si trova soddisfatto, quindi non siate eccessivamente severi.
Chiedete anche nella vostra cerchia di conoscenze, a volte un passaparola è più importante di mille informazioni trovate in giro su internet. Un’esperienza diretta vi toglierà ogni dubbio sulla serietà dell’associazione che state contattando.
Secondo step. Il preaffido.
CHIEDETE IL PREAFFIDO. Chiedetelo voi se non ve lo propongono. Penserete “Devo mettermi volontariamente sotto esame io che voglio adottare?” Sì perchè il preaffido è una garanzia prima di tutto per chi adotta. La persona che conoscerete diventerà il vostro punto di riferimento nella vostra zona, vicino casa, una persona fisica a cui rivolgersi che vi farà anche in parte da garante o saprà darvi qualche consiglio in momenti di necessità. Il preaffido è il momento più importante del processo di adozione, secondo solo all’incontro del cane o gatto con il nuovo padrone.
Terzo step. La documentazione.
Per far si che il cane possa raggiungervi con tutti i documenti in regola, sempre per la tutela ela sicurezza di tutte le persone e animali coinvolti, dovrete inviare una copia del vostro documento e codice fiscale. Se nessuno accenna a questo “piccolo particolare” chiedete. E’ importante chiedere che i documenti del cane, o del gatto, siano in regola. I più importanti saranno il libretto sanitario, il certificato di sterilizzazione (se l’animale è un adulto), i documenti relativi all’affido dell’animale, e i documenti relativi al microchip per il passaggio di proprietà (questi ultimi solo per i cani poiché non vi è un’anagrafe anche per i gatti. Anche se è possibile comunque chiedere al proprio veterinario di microchippare il gatto per una maggiore sicurezza in caso temiate si possa smarrire).
Eventuali altri esami che avrà fatto a seconda delle sue condizioni di salute, o che avrete richiesto saranno da aggiungere a questa lista prendendo accordi con i volontari stessi. A tal proposito è bene sapere che ogni altro esame specifico aggiuntivo che vorrete richiedere sarà a vostro carico. I volontari gestiscono spesso decine e decine di cani e gatti e fare tutti i test possibili per ognuno di loro sarebbe economicamente insostenibile. Se ad esempio voglio accertarmi che il cane che sto adottando non abbia la leishmaniosi, chiederò ai volontari che lo gestiscono di far effettuare un test apposito. Ovviamente i costi variano a seconda del test che si vuole far effettuare. Non dimenticate di richiedere il risultato cartaceo firmato dal veterinario o dall’asl.
Quarto step. Il pagamento e l’incontro con il nuovo membro della vostra famiglia.
Ma il cane/gatto non era gratuito? Perchè mi hanno chiesto dei soldi? posso fidarmi? Dipende da cosa vi hanno chiesto. Non tutti conoscono i costi di un’adozione e spesso ci si trova a dover affrontare persone che non vogliono pagare neppure 1€ credendo di essere imbrogliati, o al contrario davanti a persone che sono fin troppo disponibili e possono essere realmente oggetto di una truffa. Facciamo chiarezza! I costi di un’adozione sono generalmente relativi alle spese di viaggio che l’animale che state adottando dovrà affrontare. Ricordate che le persone che trasportano gli animali NON sempre SONO DEI VOLONTARI, ma nella maggior parte dei casi sono delle persone che hanno dei mezzi adeguati per far viaggiare gli animali in tutta sicurezza. Il costo del viaggio varia dai 50 ai 80€ circa, a seconda del mezzo di trasporto utilizzato, furgone con sistema di areazione o treno, e dalla taglia dell’animale. Di solito il compenso va dato direttamente alla persona che effettua il viaggio, ma in alcuni casi va anticipato alle associazioni che si premurano di pagare “gli staffettisti” in anticipo, perchè così richiesto da loro. Se non ci sono altri segnali che vi fanno dubitare dell’associazione non preoccupatevi, nessuno vi sta truffando, ma se proprio avete dei dubbi preferite un pagamento tracciabile, con bonifico o ricarica postepay, in caso di problemi avrete sempre una prova tangibile del pagamento.
Quinto ed ultimo step della vostra adozione. La donazione.
Iniziamo subito dicendo che LA DONAZIONE E’ OBBLIGATORIA.
Onestamente mi vergogno un po’ del fatto di doverlo precisare, perché ci si aspetta dagli adottanti una particolare sensibilità nei confronti degli animali, ma la triste realtà è che sempre troppo spesso chi adotta un animale deve essere poi inseguito per giorni, settimane e a volte mesi per far si che effettui una donazione anche minima. Molte associazioni richiedono una quota fissa (che si aggira generalmente sui 60/100€), mentre altre come noi richiedono una cifra a piacere.
Perchè la donazione è obbligatoria e va fatta? E cosa fanno i volontari?
La maggior parte delle associazioni italiane sono formate da lavoratori, impiegati, casalinghe, avvocati, operai, commercianti, disoccupati, insomma persone comuni, volontari non retribuiti che portano avanti una lotta, spesso in un ambiente martoriato dal randagismo e dai maltrattamenti nei confronti degli animali, che vivono in un contesto in cui le istituzioni sono assenti, impossibilitate o completamente indifferenti, se non addirittura di ostacolo, in merito al benessere degli animali da compagnia. Tutto questo avviene senza ricevere alcun genere di contributo pubblico. Quello che fanno lo svolgono nel proprio tempo libero, quando escono dall’ufficio, o dalla fabbrica, dopo otto ore di lavoro, con la stanchezza sulle spalle, con i problemi economici e personali che tutti hanno nelle proprie case, ed è possibile solo grazie alle donazioni che ricevono da chi adotta, dalle mamme o papà a distanza o da chi decide di fare un’opera buona. Coprire le spese di vitto e alloggio (pensione) e le spese veterinarie, sverminazioni, vaccini, sterilizzazioni ed eventuali spese veterinarie extra o di medicinali in caso di patologie specifiche, di cani o gatti trovati incidentati o maltrattati, non è affatto economico. Tutte queste spese sono indispensabili per i gatti e i cani che non provengono dai canili comunali.
Proprio chi adotta, più di tutti, dovrebbe comprendere che l’adozione del proprio cane e/o del proprio gatto è stata possibile solo grazie alle donazioni di chi ha adottato prima di lui. Proprio chi adotta dovrebbe avere quella sensibilità di comprendere che ci sono altri cani e gatti in difficoltà, come quello che hanno adottato, al quale si preclude, con tale mancanza, la futura possibilità di trovare una casa. La donazione è un atto fondamentale, è un atto moralmente dovuto, non per i volontari, loro non ci guadagnano nulla, anzi, investire quei soldi in cure e messa in sicurezza dei cani e gatti che si trovano per strada li impegna, se possibile, ancora di più, per loro significa altro lavoro. I volontari sacrificano tutto il loro tempo libero, a volte anche quello lavorativo, il tempo che tolgono alle proprie famiglie, ai fidanzati, allo studio. Tempo che non c’è, ma che si trova per amore.
Questo è il motivo per cui io mi arrabbio tutte le volte che bisogna rincorrere gli adottanti che non fanno la donazione, che rimandano, che cercano di evitarla, che umiliano chi è già provato dai sacrifici quotidiani. Le associazioni sono formate da volontari e i volontari sono solo persone comuni, di età compresa fra i 14 e 90 anni, semplici esseri umani che desiderano essere compresi, che il loro lavoro venga riconosciuto ed incentivato. I volontari sono i vostri genitori, vostra sorella, i vostri nonni, i vostri cugini, i vostri nipoti, i vostri figli. Non vi si chiede di collaborare, di raccogliere animali in difficoltà, curarli, mantenerli, di fare preaffidi, tenerli in stallo, cercare adozione, compilare scartoffie, pubblicare annunci, passare ore al telefono o di fare lunghi viaggi di intere giornate per portarli a destinazione. Vi si chiede solo di fare delle donazioni per permettere che questa macchina della speranza continui ad andare avanti con successo.
Ponete a voi stessi una domanda. Perchè ho adottato un cane e non l’ho comprato? Se la vostra risposta è “per risparmiare” probabilmente non ci avete riflettuto abbastanza o non state dando il giusto valore alla vita del vostro amico a quattro zampe.